"Continueremo a vederci e spero che rideremo ancora tutti insieme"


nella foto: a sinistra Sergio Aragonés; al centro Roberto Fontanarrosa; a destra Melina Gatto (FFF) ed Edoardo del Rio "Rius"

Roberto Fontanarrosa, "el Negro", ci ha lasciati

Non ha bisogno di presentazioni. Chi non ha letto qualche azzardata vignetta di "Boogie el aceitoso?" Lui e le sue creazioni, per gli amanti del fumetto e dell'umorismo, sono vicini di casa. Ho una tristezza profonda, ma dentro di me sono certa che lui sta bene. Mi sono rimasti i bellissimi ricordi di quei giorni passati insieme a Guadalajara (Messico) a dicembre dell'anno scorso durante il 5° ENCUENTRO INTERNACIONAL DE CARICATURA E HISTORIETA. Ogni battuta, ogni sorriso, ogni sua emozione mentre partecipava alla tavola rotonda in suo onore o quando riceveva il premio, li porterò per sempre nel mio cuore.
Quando è arrivato sulla spianata dove avevano montato la sua esposizione (la mostra era stata montata all'aperto in una delle principali piazze del centro della città), il suo umorismo acuto non si è fatto aspettare; guardandosi attorno ha esordito: "Che, ya ni para techo alcanzamos los que hacemos historieta? Tan mal va la cosa?" ("Non ci mettono neanche un tetto? Cosi male vanno le cose per i fumettisti?").
Poi nella sala straripante di pubblico e giornalisti, durante la tavola rotonda [foto a sinistra], dopo aver ringraziato il Paese per l'ospitalità, "el Negro" annuncia ufficialmente che vede una nuova epoca d'oro per il muralismo messicano: "Dovreste approfittare di questo nuovo muro che gli Stati Uniti stanno mettendo lungo la frontiera", e il pubblico non smetteva di ridere. Io dovevo moderare, ma facevo fatica ad andare avanti con un certo ordine; avevamo deciso di parlare a ruota libera, senza un tema centrale, e nonostante i miei sforzi dopo qualche minuto scoppiavo anche io a ridere, arrendendomi di fronte a queste tre leggende dell'umorismo, Sergio Aragones, Eduardo del Rio "Rius" e naturalmente Fontanarrosa.
Durante la premiazione [foto a destra], dopo aver ricevuto il trofeo, Roberto scherzava sul fatto che il premio pesava tanto, che sarebbe stata questa la ragione per cui Hernán Cortés non se l'era portato via... Poi, visibilmente emozionato: "Continueremo a vederci e spero che rideremo ancora tutti insieme". Per cinque lunghi minuti gli applausi mescolati con la "ola" come a un giocatore di calcio dopo una partita ben giocata, concludevano il più che meritato omaggio.
Sapevamo che la sua salute era delicatissima, che aveva accettato di viaggiare dall'Argentina soltanto perché spinto da un enorme entusiasmo, ma non ci aspettavamo una svolta cosi definitiva in così poco tempo.
Hasta pronto Negro! "Nos seguimos viendo y espero que nos sigamos riendo todos juntos".
Descanse en Paz.

Melina Gatto

 


Diffuso dalla Fondazione Franco Fossati, 19 luglio 2007