segue Cirano "Contro medici, farmacisti e cerusici"

Ed hanno perfino il coraggio di vantarsene!
Sentite: un giorno che il medico entrava nella mia camera gli chiesi ex abrupto:
Quanti?
Quello sfacciato assassino, intuendo subito che gli chiedevo degli assassinii commessi, carezzandosi la barba mi rispose:
Tanti! e non me ne vergogno!
Concludiamo: i medici ci mandano la Morte ora con un granello di mandragora, ora nella cannula di una siringa, ora sulla punta di un bisturi, ed hanno l'abitudine di racchiudere il loro veleno in parole tanto melate, che quasi credetti il mio mi volesse annunziare la più alta onorificenza da parte del Re, quando mi annunziò che stava per procurarmi un benefizio corporale.
Troppo gravi sono però i delitti di questi Messeri per punirli solamente con barzellette! Bisognerebte affidarli alla giustizia in nome dei morti! Non troverebbero un difensore in tutta la cristianità, e non vi sarebbe giudice che non ne convincesse qualcuno di aver ammazzato perfino suo padre, e fra tutti i poveretti spediti da essi al camposanto, non ve ne sarebbe uno che non mostrerebbe i denti!
Quando muore uno di cotali Messeri, si piange solo perché è vissuto troppo a lungo.
Ma, mio Dio! È là il mio ottimo angelo custode che si avvicina! Si! lo riconosco dai paludamenti! vade retro Satana! Datemi dell'acqua santa! È un diavolo eretico: non ha paura dell'acqua benedetta! Avessi almeno tanta forza da fracassargli il grugno. Verrà certo a propinarmi qualche altra delle sue tisane, così che io a forza di ingollare consommés, son quasi consumato anche io!
Accorrete presto, Signore, venite in mio aiuto, se non volete che se ne vada all'altro mondo il

vostro fedele servitore.

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(da Cirano di Bergerac "Lettere d'amore", traduzione di Francesco Stocchetti, Società anonima Arti Grafiche Monza, 28 febbraio 1923 )