Juan Zanotto, maestro dei maestri

Juan Zanotto è stato un grande, ma di quelli veramente grandi. Ci ha accompagnato per 70 anni, più di 45 come professionista del disegno. Opere pubblicate in quattro continenti e premiazioni di ogni genere non riescono nemmeno ad abbozzare la gigantesca qualità di questo artista. Juan (o Giovanni, come lo battezzarono i suoi genitori quando nacque nel paesino di Cuceglio, in Italia, il 26 settembre del 1935), oltre a essere un disegnatore come pochi, è stato una persona eccezionale, di quelli che non si trovano tutti i giorni. Generoso, paziente, umile, solitario, tollerante, affettuoso, buon compagno... insomma un fenomeno. Ma se avesse voluto crescere e diventare una superstar, Zanotto aveva di che diventarlo. Incominció a lavorare in maniera professionale nel 1953 (cinque anni dopo il suo arrivo in Argentina, a Villa Pueyrredón) con Publicaciones Universales, nel settore delle riviste di fumetti. Da piccolo, quando scoprì Flash Gordon nelle pagine dell'Avventuroso, si innamorò del disegno. E il suo maestro, Carlos Clemen, lo fece appassionare anche alla narrativa. I suoi primi lavori importanti come fumettista furono "Rick de la Frontera" ed "El mundo del Hombre Rojo", tutti e due con testi di Alfredo Grassi. Man mano che acquista notorietà, riesce a farsi pubblicare nella rivista Frontera (di Oesterheld) brevi storie singole e una serie di copertine e di illustrazioni per i libri di Bull Rocket. Ma Frontera era giá al suo crepuscolo, e come tanti altri anche Zanotto vende la sua produzione all'estero, alla editrice britannica Fleetway, dove produce per 10 anni (tra il 1960 e il 1970) migliaia di pagine di fumetti sulla Seconda Guerra Mondiale.
Nel 1965 inizia la collaborazione come illustratore della editrice Códex per le sue riviste di informazione, e lì diventa dopo un po' il capo dei disegnatori, ma collabora anche con moltissime riviste dell'epoca realizzando centinaia di fumetti, illustrazini, copertine e vignette.
Nel 1974, quando viene fondata Ediciones Record, incomincia il suo periodo di maggiore successo, con fumetti come "Henga" (su testi di Eugenio Zappietro) e il suo seguito "Hor" (con testi di Alfredo Grassi), poi "Wakantanka" (1976) che segna il reincontro con Oesterheld (che non potrà finirlo perché sarà sequestrato dai militari; sará Carlos Albiac a scrivere l'ultima parte della saga), e la sua prima collaborazione con Ricardo Barreiro: la famosissima "Barbara", iniziata nel 1979 e finita nel 1983, con Barreiro trasferitosi in Spagna e Zanotto costretto a fare il suo debutto come sceneggiatore.
Attraverso le Ediciones Record, tutta questa produzione si pubblica anche in Italia, nelle riviste della Eura Editoriale, e il lavoro di Zanotto produce lì un impatto tale, che nel 1982 si gira il film "Yor: Hunter of the Future", coproduzione italo-nordamericana ispirata alla prima parte di "Henga", trasmessa in anteprima al Festival di Cannes nel 1983.
Giá come direttore artistico delle Ediciones Record, Zanotto produce altre due opere, prima di una lunga pausa: "Tagh" (con testi di Grassi, ambientata nella preistoria) e "New York: anno zero" (testi di Barreiro, ambientata nel futuro). Poi, tra il 1984 e il 1987, limita la sua produzione a poche storie singole, quasi tutte scritte da Grassi o da Emilio Balcarce, e quando riprende il suo lavoro lo fa in pieno. Insieme a Balcarce realizza "Crónicas del Tiempo Medio", che gli procura un successo spettacolare e genera due continuazioni nei cinque anni successivi. In questo stesso periodo realizza con Barreiro, nel 1989, "Penitenciario" e produce nel 1992 per la Marvel la graphic novel "War Man", scritta da Chuck Dixon. Poco prima, nel 1991, aveva lavorato insieme al regista australiano Russel Mulcahy sugli storyboard del film "Highlander II", girato in Argentina. Inoltre collabora con brevi storie erotiche di sua creazione per l'edizione argentina di Playboy.
Incomincia a scrivere i testi propri, e nel 1993 crea la saga di "Horizontes Perdidos", interpretata dal potente Falka, lavorandoci fino al 2003 per un totale di 5 albi, alcuni dei quali mai pubblicati in spagnolo. Nello stesso periodo lavora con il leggendario Robin Wood alla space-opera "Starlight", di enorme successo in Europa, ma pubblicata con censure dalla Editorial Columba in Argentina.
Il 1998 è un anno chiave per Zanotto: riceve in Italia il premio Caran d'Ache come migliore illustratore, e inizia a insegnare alla Escuela Argentina de Historieta (attività che continua fino al 2003) e lancia la sua seconda opera come autore completo: "Los Ladrones del Tiempo", in due albi ancora inediti in Argentina. Inoltre nel 2001 relaizza i diesegni per la biografía di Hector Oesterheld, scritta in forma di graphic novel dall'italiano Alberto Gedda.
Ma mentre le sue creazioni combattevano con alieni, mostri e cyborg, la vita di Zanotto trascorreva pacificamente nella sua casa di San Andrés, circondato da sua moglie, le sue figlie e i suoi nipoti. Questo era il suo rifugio personale: un piccolo studio nel quale convivevano scaffali strapieni di libri e riviste, una bandierina del suo amatissimo River Plate [squadra di calcio, ndr], foto, ricordi, trofei, inchiostri, matite e un tavolo sul quale sono passate centinaia e centinaia di pagine destinate a girare il mondo e a meravigliare diverse generazioni.
Molto piu che un fumettista, Juan Zanotto è stato un amico, un idolo, un maestro nel senso piú ampio del termine. Una complicazione con la sua salute ha messo fine alla sua vita il 13 aprile. Ma come i grandi, Zanotto vivrà per sempre.

Andrés Accorsi

Il testo originale "JUAN ZANOTTO (1935-2005): MAESTRO DE LOS MAESTROS" è stato tradotto per il sito della Fondazione Fossati-Museo del fumetto con l'autorizzazione dell'autore. Tutti i diritti sono riservati © 2005 by Andrés Accorsi.