Federico Costanzo PEDROCCHI (Costanzo Federici, Antonio Carozzi) 1907-1945

Federico Pedrocchi

Nasce a Buenos Aires (Argentina) il 1° maggio 1907 da genitori italiani. Si trasferisce in Italia nel 1912 ed è costretto a interrompere gli studi causa la morte del padre. Nel 1930 apre un piccolo studio di pubblicità, iniziando anche a collaborare con novelle e disegni al Corriere dei piccoli, alla Domenica del Corriere e a numerose altre testate.
Nel 1935 scrive "I due tamburini", una storia di ambiente coloniale disegnata da Kurt Caesar e pubblicata su I tre porcellini. In seguito collabora con Cesare Zavattini nella realizzazione di "Saturno contro la Terra", una fortunata serie di fantascienza disegnata da Giovanni Scolari.
Per i disegni di Walter Molino scrive i testi di Kit Carson, l'eroe western creato da Rino Albertarelli.
Nel 1937, mentre negli Stati Uniti nessuno ha ancora pensato a Paperino come protagonista di lunghe storie umoristico avventurose (le strisce autoconclusive di Al Taliaferro inizieranno il 7 gennaio 1938 e bisognerà aspettare il 1942 per la prima storia di Carl Barks), punta proprio su questo personaggio per dar vita a una nuova testata mondadoriana, ottenendo dalla Disney l'autorizzazione a scrivere e disegnare nuove storie in Italia. E' anzi egli stesso a realizzare anche graficamente le prime tre avventure, così "Paolino Paperino e il mistero di Marte" appare a puntate in prima pagina su Paperino giornale dal n. 1 (5 maggio 1938) al n. 18, seguita da "Paperino inviato speciale" dal n. 19 al n. 48, mentre "Paperino e la pietra filosofale" viene pubblicata nell'Albo d'oro n. 22 il 15 ottobre 1938. Per altre avventure di cui scrive i testi, si avvale dell'apporto di illustratori come Mario Pinochi e Nino Pagot.
Direttore editoriale e artistico delle testate a fumetti della Mondadori dal 1939 al 1942, anno in cui viene arruolato nell'esercito, scrive numerose storie eccellenti (da "Saturnino Farandola" a "Virus", da "La compagnia dei sette" alla saga de "Il dottor Faust") e dà vita a Tuffolino, un ragazzo in carne e ossa, disegnato da Pier Lorenzo De Vita, che dal febbraio del 1942 alla fine dell'anno successivo prenderà sul settimanale Topolino il posto del proibito eroe disneyano.
Firma alcuni lavori con lo pseudonimo Costanzo Federici, giocando sui suoi due nomi.
Nel 1941 la S.A. La voce del padrone-Columbia-Marconiphone di Milano pubblica la fiaba "Puccettino" da lui sceneggiata e dialogata, con musiche di Enzo Lama: la prestigiosa edizione è composta dal racconto tratto da Perrault e illustrato in venti pagine a colori da Libico Maraja (autore anche della copertina che racchiude l'intera opera) e da 4 dischi a 78 giri, recitati da De Cristoforis, Rizzi, Gazzolo e De Monticelli (più bambini), orchestra del maestro Luigi Malatesta.
Congedato alla fine del 1943, diventa direttore editoriale dell'editrice Il Carroccio, e contemporaneamente riprende a scrivere sceneggiature per Topolino, ma muore prematuramente, a soli 37 anni, colpito su un treno da una raffica di mitragliatrice durante un'incursione aerea inglese, il 20 gennaio 1945.

 

clicca per ingrandireNel giugno dello stesso anno, nella Milano liberata, la casa editrice Carroccio pubblica "La grande corsa", romanzo per ragazzi ispirato a "La Compagnia dei Sette" e illustrato da Carlo Cossio. La nota introduttiva dà un segno di quanto la scomparsa di Federico Pedrocchi segni l'ambiente editoriale milanese. Vi si legge tra l'altro:

"... Questo romanzo, che apre la serie [collana "Bucaneve", ndr], vede la luce a poca distanza dalla scomparsa dell'Autore, Federico Pedrocchi, il nostro caro compagno di lavoro, che la guerra con la sua feroce mano insanguinata ha voluto rapirci proprio quando la desiata pace già batteva alle porte. Con la morte di Federico i bambini hanno perduto un grande amico (...). Era nostro debito di riconoscenza dare a Lui il posto d'onore nell'iniziare questa collana che Lui amava particolarmente e alla quale aveva donato tutta la sua esperienza di scrittore e artista. La Grande Corsa vede la luce in un travagliato periodo della storia del nostro Paese che, sconvolto dalla terribile sciagura abbattutasi sul suo popolo, ha più che mai bisogno dell'energia di tutti i suoi figli per risollevarsi e ritornare a quel giusto posto tra le Nazioni a cui il suo passato gli dà diritto. Sia perciò il titolo di questo libro di buon auspicio: una grande corsa verso la rinascita della nostra Patria in una atmosfera di onesta e libera collaborazione di tutti. Il sacrificio di molti e molti nostri fratelli ci sarà di guida per agire e oprare con rettitudine e serena fiducia nell'avvenire. L'EDITORE"

La Carroccio pubblica nello stesso anno anche altri due libri di Pedrocchi, con la versione romanzata di altri due suoi classici: in agosto "Lo squadrone dei cento" (con Kit Carson, illustrato da Damiani) e "Il diamante azzurro"(illustrato da Massaro), inaugurando con questi due titoli la collana "Avventurosa", nome più appropriato che "Bucaneve".