GLOSSARIO

Agenzia Stefani

Prima agenzia giornalistica italiana, viene fondata da Guglielmo Stefani a Torino nel 1853 (Agenzia Telegrafica Stefani), con il sostegno di Camillo Cavour.
Dopo la scomparsa di Guglielmo Stefani (11 giugno 1861), l'agenzia viene sostenuta con difficoltà dalla sua vedova e da Raimondo Brenna, succeduto al fondatore nella direzione. Quest'ultimo riesce ad allacciare relazioni con le agenzie Havas e Reuter. Lascia la direzione nel gennaio 1865 e subentra il commendator Buscaglini fino al 1870. Segue una condirezione di Gerolamo Stefani, figlio del fondatore, e del conte Guerrini, che dura fino alla morte dello Stefani nel 1883.
Nel gennaio 1881 l'agenzia aveva seguìto la capitale del regno da Torino a Firenze e infine a Roma. Dal 1881 al 1918 incrementa la sua attività sotto la direzione del commendator Ettore Friedlander. Dopo una breve direzione dell'avvocato Mastrogiovanni (dalla fine del 1918 al 1920), l'agenzia si trasforma in S.A. (società anonima) sotto la direzione del grand'ufficiale Giovanni Cappelletto e la vicedirezione del grand'ufficiale Gustavo Nesti (poi condirettore fino alla sua morte, novembre 1927).
Dal 1924 la crescita dell'agenzia è esponenziale e strettamente correlata con l'utilizzo che ne fa il governo fascista, che tramite l'Agenzia Stefani controlla tutta l'informazione. La presidenza viene affidata a Manlio Morgagni, giornalista fedelissimo di Mussolini. Il 5 dicembre 1929 viene varato il servizio di trasmissione telegrafica delle immagini. Nel 1930 esistono numerosi uffici in tutto il Paese: a Genova, Torino, Bologna, Firenze, Napoli, Palermo, Catania, Venezia, Trieste, oltre ai diversi uffici commerciali e alle sedi di Roma (via Propaganda Fide 27) e di Milano (corso Venezia 14). I dati realativi al 1929 registrano 30 succursali, 255 corrispondenti in Italia e 40 all'estero, 486 dispacci spediti giornalmente in Italia e 290 all'estero.
Durante il ventennio di dittatura, l'Agenzia diventa strumento del regime. Morgagni si suicida il 26 luglio 1943, alla notizia dell'arresto di Mussolini. Sotto la Repubblica Sociale Italiana l'agenzia è statalizzata, con sede a Milano e presidenza di Luigi Barzini senior. L'ultimo direttore, Ernesto Daquanno, è fucilato a Dongo insieme ai gerarchi fascisti e a Mussolini, mentre l'agenzia viene sciolta il 29 aprile 1945, convogliando la struttura nella neonata ANSA.