Victor HUGO 1802-1885

Victor Hugo

Nasce a Besançon (Doubs, Francia) il 26 febbraio 1802 (7 ventoso del'anno X, seconddo il calendario repubblicano).
Terzo figlio maschio di un generale dell'esercito repubblicano e di una borghese di Nantes, trascorre l'infanzia a Parigi, con puntate a Napoli e in Spagna, seguendogli spostamenti del padre. Nel 1812 i genitori si separano e lui segue la madre a Parigi, dove lei si stabilisce con il generale Victor Fanneau de la Horie (padrino e precettore di Victor, che da lui aveva preso il nome). A quattordici anni annota sul suo diario: "Je veux être Chateaubriand ou rien" [Voglio essere Chateaubriand o niente].
Inizia a frequentare il liceo Louis-le-Grand, dove studia scienze dal 1815 al 1818, ma presto abbandonerà per dedicarsi alla letteratura. Con i fratelli, nel 1819 a diciassette anni, fonda il foglio Il conservatore letterario e vince un concorso dell'Académie des Jeux Floraux. Partecipa agli incontri del cenacolo di Charles Nodier, culla del Romanticismo.
Nel 1821 muore sua madre. Scrive le prime poesie ("Odes", 1821), che va rapidamente esaurito e gli procura una rendita di mille franchi da parte del re Luigi XVIII che ne possiede un esemplare e l'ha apprezzato. Seguono "Nouvelles odes" (Nuove odi, 1822) e "Odes et Ballades" (Odi e ballate, 1828, che raccoglie tutta la produzione poetica fino a quella data).

 

Il 12 ottobre 1822 si sposa a Parigi, nella chiesa di Saint-Sulpice, con un'amica d'infanzia, Adèle Foucher, dalla quale ha cinque figli: nel 1823 Léopold (che muore a tre mesi), nel 1824 Léopoldine (che morirà a diciannove anni annegando con il marito durante una gita in barca), Charles (che morirà di ictus a quarantaquattro anni, prima del padre, ma dopo avergli dato due nipoti), nel 1928 François-Victor (che morirà di tubercolosi a 45 anni) e infine Adèle (che gli sopravviverà ma trascorrendo molti anni in manicomio, impazzita per amore).

 

Nel 1827 pubblica il dramma storico "Cromwell", vero manifesto del Romanticismo, dove nella lunga prefazione si oppone alle tre unità aristoteliche e ai vincoli formali del linguaggio, mentre espone le sue teorie sul teatro e sulla letteratura. Applica queste nuove impostazioni rivoluzionarie nel 1830 pubblicando il dramma "Hernani", segnando convenzionalmente l'inizio del Romanticismo in Francia: la discussione tra sostenitori del genere cassico e i romantici sarà così indicata come "bataille d'Hernani". Il dramma alla prima rappresentazione è interrotto dagli scontri tra le due fazioni, ma alla fine riscuote grande successo e nel 1844 sarà trasposto in musica e rappresentato da Giuseppe Verdi.
Nel 1831 pubblica il suo primo romanzo, "Notre-Dame de Paris", accolto subito dal successo, seguito dalla raccolta di poesie "Les feuilles d'automne" (Le foglie d'autunno, 1832).
Nel 1834 scopre il tradimento della moglie con Sainte-Beuve, amico di famiglia. Da questo momento conduce solo rapporti libertini, soprattutto con Juliette Drouet, attrice teatrale conosciuta durante le prove di "Lucrèce Borgia" (Lucrezia Borgia, 1833) e sua amante per cinquant'anni, nonostante le infedeltà dello scrittore (anche un rapporto amoroso con la scrittrice ed esploratrice Léonie d'Aunet, moglie del pittore François-Auguste Biard, dove la donna sarà incarcerata per molti mesi dopo essere stata scoperta).

 

Pubblica "Les chants du crépuscule" (I canti del crepuscolo, 1835) e il dramma "Ruy Blas" (1838). Nel 1841 è accolto all'Académie Française.
Nel frattempo gli amici notano le sue capacità anche nel disegno. "È sempre il grande poeta che tiene la penna in mano" scriverà Théophile Gautier nella prefazione per una raccolta di disegni di Victor Hugo, incisi da Paul Chenay, autorizzata dall'autore stesso allo scopo di ottenere, dalla vendita, nuove risorse per ventidue bambini poveri che egli accoglieva ogni settimana a pranzo. "Però, questa volta, essa non traccia quelle parole luminose come la luce, vibranti come il cristallo, profonde come l'infinito che sono nella memoria di tutti, ma, non più sorvegliata, si diverte a scarabocchiare sui margini dell'idea del sogno, i vaghi profili dei ricordi, le visioni intraviste fra le nebbie, le chimere della fantasia e i capricci fortuiti della mano inconsapevole".

 

La scomparsa della figlia Léopoldine lo segna fortemente nel 1843 e l'insuccesso teatrale de "I Burgravi" nel 1845 gli causano una grave depressione e rinuncia per dieci anni dal lavoro letterario.
Intanto è nominato Pari di Francia dal re Luigi Filippo d'Orléans e nel 1848 è deputato nell'Assemblea Costituente.

 

Nel 1851 il colpo di Stato porta al potere Napoleone III. Dapprima appoggia l'elezione di Luigi-Napoleone Bonaparte, ma quando il neo presidente e futuro imperatore abroga la legge elettorale del 1850 e riduce di un terzo gli aventi diritto al voto, ne prende le distanze e appoggia invano il tentativo di solevazione popolare del Comitato di resistenza repubblicana. Con scritti e discorsi contro la miseria e le repressioni attacca il regime sempre più intollerante: "Quand tous ont accès aux lumières du savoir, alors le temps est venu de la démocratie" (quando tutti hanno accesso ai lumi del sapere, allora è giunto il tempo della democrazia).
Dopo il 2 dicembre 1851 deve andare in esilio, prima a Bruxelles (Belgio), poi nelle isole britanniche di Jersey e di Guernsey (Gran Bretagna), rifiutando l'amnistia dell'imperatore.

 

Mentre è in esilio cresce la sua fama letteraria e politica. Pubblica nel 1853 la raccolta poetica "I castighi", contro il Secondo Impero e "Napoleone il piccolo", mentre nel 1856 si abbandona al ricordo del passato e della figlia perduta nella raccolta "Le contemplazioni".
Pubblica in tre parti tra 1859, 1877 e 1883 "La Légende des siècles" (La leggenda dei secoli, la storia dell'umanità) e, nel frattempo, i romanzi "Les misérables" (I miserabili, 1862), "Les travailleurs de la mer" (I lavoratori del mare, 1866) e "L'homme qui rit" (L'uomo che ride, 1869).
In quest'ultimo periodo attraversa il Lussemburgo e percorre il Reno. Nel 1870, espulso dal Belgio per aver ospitato dei comunardi ricercati in Francia, ritorna nel Lussemburgo. Rientra finalmente e trionfalmente in Francia il 5 settembre 1870, dopo la caduta di Napoleone III e l'avvento della Terza Repubblica.
Pubblica negli ultimi suoi anni il romanzo "Quatrevingt-treize" (Novantatré, 1874), opere ispirate alle sue tragedie familiari come "Mes fils" (I miei figli, 1874), satirico-politiche come "Le Pape" (Il papa, 1878) e infine "Torquemada" (1882) sull'Inquisizione.
Torna a far parte del Senato francese nel 1876.
Nel 1878 vengono festeggiati pubblicamente i suoi ottant'anni, ma muore Juliette Drouet e lui viene colpito da congestione cerebrale.
Muore a Parigi (Francia) il 22 maggio 1885, e Nadar lo fotografa sul letto di morte. La sua salma viene esposta per una notte sotto l'Arco di Trionfo, vegliata da dodici poeti, e verrà infine conservata nel Pantheon parigino.

  • "Disegni di Victor Hugo" presentati da Theophile Gautier. Volumetto cm 15x20 64 pp bn + risguardi + cop bn cartonata, rilegato, edizione di 500 esemplari fuori commercio, Editrice Libri Utili - Astra, Roma, 1956.