Amelia OSTA COTTINI(Flavia Steno, M. Valeri, Ariel) 1877-1946

Flavia Steno

Nasce a Lugano (Svizzera) nel 1877. Studia presso le suore del Collegio di montagna di Dumenza (provincia di Varese, Italia, vicino al confine con la Svizzera), seguita con attenzione e preparazione culturale, come avrà modo di ricordare con riconoscenza.
Si trasferisce a Genova nel 1898 con il marito, Giovanni Cottini. Qui sceglie una vita di giornalista e scrittrice, formandosi al quotidiano Il Secolo XIX diretto da Luigi Arnaldo Vassallo [Gandolin], che le suggerisce anche il nome d'arte Flavia Steno.
Convinta assertrice dei diritti della donna, si impone come giornalista ma anche come autrice di romanzi, raggiungendo anche la popolarità.
 
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Nel 1943 pubblica sul quotidiano genovese un giudizio fortemente negativo sui libri di testo per bambini allineati alle direttive del regime, e per questo viene denunciata; condannata per questo il 27 luglio 1944 a quindici anni di reclusione, si nasconde tra i partigiani del Monferrato, in un cascinale, e attende con una carta d'identità falsa (intestata a "Rina Fantoni") la caduta del nazifascismo e la Liberazione.
Riprende a scrivere per il Corriere della sera e per Il Secolo XIX.
Muore a Genova (Italia) nella notte del 19 dicembre 1946.


  • A cura di Valeria Stolfi. "Amelia Osta Cottini, detta Flavia Steno" nel sito "Enciclopedia delle donne": www.enciclopediadelledonne.it/biografie/amelia-osta-cottini/
  • Antonella Picchiotti. "Flavia Steno - una giornalista, una donna (1875-1946)". Volume, Fratelli Frilli Editori, Genova 2010.
  • Simpatica non-autobiografia introduttiva per: Flavia Steno. "Nappina azzurra" in Racconta Novelle n. 1°/6, Casa Editrice Vitagliano, Milano, 30 dicembre 1919.