Émile ZOLA 1840-1902

Émile ZOLA

Nasce a Parigi (Francia) nel 1840. E' figlio di un ingeniere d'origine veneziana e di madre francese. Trascorre infanzia e adolescenza a Aix-en-Provence, dove ha tra gli amici di liceo Paul Cézanne; poco prima del diploma lascia gli studi e va a Parigi, dove a 22 anni è direttore della pubblicità della casa editrice Hachette.
Bibliografia minima
1867Thérèse RaquinTeresa Raquin
1867I misteri di Marsiglia
1868Madeleine FératMadeleine Férat
1869La fortuna dei Rougon*
1873Il ventre di Parigi
1875Il fallo dell'abate Mouret
1877L'assommoirIl macello
1878Una pagina d'amore
1880NanaNanà
1880Il romanzo sperimentale**
1883Al paradiso delle signore
1884La gioia di vivere
1885GerminalGerminale
1886Vita d'artista
1887La terra
1890La bête humaineLa bestia umana
1892La disfatta
1894LourdesLourdes
1896RomeRoma
1897ParisParigi
1899Fecondità***
1901Lavoro***
1903Verità***

* primo romanzo del ciclo "I Rougon-Macquart", esce
nel 1971 per motivi bellici; seguiranno altri 19 titoli
** saggio
*** romanzi del ciclo "I quattro vangeli"; il quarto,
"Giustizia", rimane incompiuto

Nel 1864 esordisce nella narrativa con i "Racconti a Ninon", cui segue "Confessione di Claudio" nel 1866.
Dal 1866 si dedica al giornalismo, collaborando con giornali come Le Figaro, La Tribune e La Cloche; scrive a favore di una letteratura "naturalista" ("I miei odi", 1866) e dell'arte che si chiamerà "impressionista" (Manet, Monet, Renoir...).
Il 13 gennaio 1898 pubblica sul quotidiano L'Aurore un articolo infuocato intitolato "J'accuse" (Io accuso), intervenendo nell'affaire Dreyfus a sostegno del militare ebreo condannato. A seguito del dibattito che ne segue, e che spaccherà in due l'opinione pubblica francese per molto tempo, il processo viene riaperto. Il giornalista, comunque condannato a un anno di carcere e 3.000 franchi di ammenda, ripara per un anno in Gran Bretagna (dal 18 luglio 1898 al 5 giugno 1899), rientrando quando ormai la polemica si è trasformata in un caso nazionale. Contro di lui si schierano anche Caran d'Ache e Louis-Henri Forain che pubblicano il settimanale Pssst...!.
In pieno processo, muore in circostanze poco chiare, per asfissia da ossido di carbonio (forse a causa del malfunzionamento di un camino o forse ucciso) a Parigi (Francia) nel 1902.
Se in vita la sua ammissione all'Accademia di Francia era stata ostacolata per motivi politici, nel 1908 le sue ceneri sono trasferite nel Panthéon.
Infine Dreyfus sarà assolto e liberato.