Stefano VANZINA (Steno) 1917-1988

Steno

Nasce ad Arona (Novara, Italia) il 19 gennaio 1917. Figlio del giornalista Alberto Vanzina (che giovanissimo era emigrato in Argentina per fondarvi un giornale in lingua italiana) e della contessina romana Giulia Boggio (conosciuta sul piroscafo che lo riportava in Italia), a tredici anni rimane orfano del padre. Nonostante le difficoltà economiche si diploma al liceo romano Mamiani, poi scenografo all'Accademia di Belle Arti e a metà degli anni Trenta entra nel Centro sperimentale di Cinematografia. Disegna caricature e vignette umoristiche e scrive articoli, adottando lo pseudonimo di Steno in omaggio alla scrittrice Flavia Steno.
Collabora con la Tribuna Illustrata, poi entra nella redazione del giornale umoristico Marc'Aurelio, dove rimane cinque anni diventandone segretario di redazione e conoscendo autori esordienti come Marcello Marchesi e Federico Fellini.
Scrive copioni per il Teatro e per la Radio (già nel 1947 "Abracadabra" con Age e Metz, poi "La girandola" con Marchesi e "Il bilione" con Age e Marchesi), finché Mario Mattoli lo introduce nel Cinema come sceneggiatore brillante.
Rimane nel cassetto il diario che ha tenuto durante la guerra, e che vedrà la luce soltanto nel 1993 con l'editore Sellerio.
Scrive copioni per registi come Bragaglia e Freda, cimentandosi anche come attore.
Nel 1949 esordisce alla regia con "Al diavolo la celebrità" e dirige otto film con Mario Monicelli, compagno di sceneggiature sin dall'immediato dopoguerra, fino a "Guardie e ladri" (1951, con Totò e Aldo Fabrizi).
Dal 1952 è da solo alla regia, cominciando con "Totò a colori".
Per trent'anni scrive e dirige film di genere comico, anche di grande successo, come "Un giorno in pretura" (1953, con Alberto Sordi e Peppino De Filippo) e "Un americano a Roma" (1954, con Alberto Sordi), superando nel 1954 anche gli scogli della censura che imperversa ("Le avventure di Giacomo Casanova" viene ampiamente tagliato prima di ricevere il visto, e sarà restaurato soltanto nel 2005). Segna una tappa della commedia all'italiana con "Susanna tutta panna" (1957, con Marisa Allasio, Mario e Memmo Carotenuto, Nino Manfredi, Sandra Mondaini, Gianni Agus, Bice Valori, Gianrico Tedeschi, Raffaele Pisu, Paolo Ferrari, Anna Campori...), fino ad "Amori miei" (1978, con Monica Vitti, Johnny Dorelli, Edvige Fenech, Franco Maria Salerno)).
Lavorano con lui anche attori come Tino Scotti, Renato Rascel, Ugo Tognazzi e Raimondo Vianello, Franco Franchi e "Ciccio" Ingrassia, Johnny Dorelli ("Arriva Dorellik" del 1967), Bud Spencer (la serie di "Piedone lo sbirro" dal 1967), Lando Buzzanca, Gigi Proietti, Enrico Montesano, Renato Pozzetto, Paolo Villaggio, Diego Abatantuono, e attrici come Sylva Koscina, Ornella Muti, Mariangela Melato ("La poliziotta" del 1974).
Muore per ictus cerebrale a settantun anni a Roma (Italia) il 13 marzo 1988.
Dopo aver fatto ridere e sorridere generazioni di spettatori, il suo ultimo lungometraggio, "Animali metropolitani", che esce postumo, è poco apprezzato per la visione pessimista del futuro.