Il fumetto del Messico(IMMAGINI E LINK IN PREPARAZIONE)
Se si vuole stabilire una data per la nascita del fumetto messicano, si può cercarla tra il 1894 (sulle pagine del settimanale illustrato El Mundo") e il 1898 (quando vede la luce il settimanale Mexico Cómico, poi semplicemente Cómico), grazie a Rafael Reyes Spíndola, il padre della moderna stampa messicana, paragonabile idealmente agli statunitensi Pulitzer e Hearst. Soprattutto Pulitzer deve aver costituito il suo modello: Spíndola crea il suo primo periodico all'età di 25 anni nel 1885 e tre anni dopo compra il quotidiano El Universal (ma l'impresa naufraga); nel 1894 fonda il settimanale illustrato per famiglie El Mundo, con l'intenzione di farne un quotidiano (non deve sfuggire il parallelo tra il sognato Mundo Diario e The World di Pulitzer). E' su El Mundo che troviamo pubblicate le prime strisce umoristiche statunitensi, mentre Cómico pubblicherà brevi storie mute firmate da autori messicani: JPH, Olvera e Alcalde. Sempre su Cómico troviamo esempi di brevi sequenze narrative fotografiche, che precorrono il fotoromanzo.
Il primo fumettista professionale messicano è Juan Bautista Urrutia, che dal 1903 pubblica settimanalmente tavole di protofumetti pubblicitari per conto della fabbrica di sigari El Buen Tono. Nel 1922 l'autore crea il personaggio dell'ineffabile Ranilla, sempre per la pubblicità dei sigari, e questo è il primo personaggio fisso della storia del fumetto messicano. Dall'anno seguente, le Aventuras maravillosas de Ranilla appariranno addirittura in albo, aprendo la strada a un nuovo genere di pubblicazioni.
Ancora una testata di Spíndola, El Mundo Ilustrado del 1906, ospiterà un altro protofumetto originale messicano, El chirrion por el palito, di José Clemente Orozco; il suo compagno di studi Rafael Lillo, a sua volta, pubblicherà sistematicamente fumetti sullo stesso settimanale. Il 5 luglio 1908, nel primo numero della nuova gestione di El Mundo Ilustrado (il settimanale era passato nelle mani di Alfonso E. Bravo e la direzione era stata assunta da Luis Lara Pardo), appaiono per la prima volta le caratteristiche nuvolette di testo nella prima delle 25 tavole de "Las aventuras de Adonis" (dove Adonis un simpatico quanto dispettoso bulldog, molto simile a Tige di Buster Brown e a Beans di Little Jimmy) firmate da Rafael Lillo, considerato quindi uno dei padri del fumetto messicano.
Nel corso degli anni Dieci, quotidiani e riviste incominciano a pubblicare saltuariamente fumetti statunitensi. Il primo è "El Imparcial", ancora una volta di Spíndola, che pubblica strisce giornaliere e tavole a colori nel supplemento domenicale.
Nel 1921 Fernandez Benedicto e il disegnatore Salvador Pruneda danno vita sul quotidiano Heraldo de México a Don Cataríno, la prima serie messicana di un certo successo.
Quattro anni più tardi il quotidiano El Universal bandisce un concorso per un nuovo fumetto al quale partecipano numerosi autori che diverranno famosi, come Jesus Acosta Cabrera, creatore del vagabondo Chupamirto, e Alfredo Valdez. Il concorso è vinto da Hugo Tilghman con Mamerto y sus conocencias, chiaramente ispirato a Bringing Up Father (Arcibaldo e Petronilla) di McManus.
Negli anni Trenta e Quaranta nascono molte riviste (Macaco, Paquito, Cartones, Paquín, ecc.) che pubblicano anche i grandi eroi statunitensi e sulle quali esordiscono autori come Ramon Valdiosera (che fonderà l'agenzia Artistas Unidos), Gabriel Vargas (creatore della Familia Burrón), German Butze (che firmerà Supersabios, una serie umoristica che durerà oltre vent'anni), Guillermo Marín (autore nel 1941 di Cumbres de ensueño, il primo fumetto romantico messicano) e infine il prolifico José G. Cruz (che nel 1952 fonderà una propria casa editrice).
Tra gli eroi più popolari degli anni Quaranta citiamo almeno Don Proverbio di Carlos del Paso e Antonio Gutiérrez. Una decina di autori dà vita alla Sociedad mexicana de dibujantes, che istituisce un premio al miglior disegnatore dell'anno. Siamo a metà degli anni Cinquanta. Nel 1971 la stessa società organizzerà il primo Salon de la historieta mexicana a Città di Messico.
Nel 1959 Martin de Lucenari e il disegnatore Angel José Mora creano Chanoc, un eroe ecologico ante litteram che sarà anche protagonista di diversi film.
Altri personaggi popolari degli anni Sessanta sono Kaliman di Rafael Cutberto Navarro e Leopoldo Zea Sallas, Fantomas (operazione editoriale di successo per l'editore Alfredo Cardona Peña) e Los Agachados di Rius (Eduardo del Rio), uno degli autori più brillanti del panorama satirico messicano.
Negli anni Settanta tendono a sparire le pubblicazioni per ragazzi (ma non mancano collane dedicate alle vite dei santi e dei grandi della storia, raccontate a fumetti). Si moltiplicano invece quelle che puntano sulla violenza e sul sesso, che raggiungono spesso tirature molto alte. Oltre cinquecento testate, in edicola, pubblicano prevalentemente autori nazionali e hanno una tiratura compresa tra le 40.000 e le 500.000 copie.
Le istituzioni scoprono il fumetto come valido mezzo di comunicazione di massa e se ne fa un certo uso, negli anni Ottanta. Tra l'altro viene pubblicata un'ampia "Storia del Messico" a fumetti, e al Museo d'arte "Rufino Tamayo" viene allestita una mostra retrospettiva della produzione nazionale, mentre il premio di giornalismo è attribuito nel 1983 a Gabriel Vargas – autore della Familia Burrón – e l'anno successivo al caricaturista Alfonso Ontiveros.
Un evento editoriale importante è la nascita, nel 1992, della rivista El gallito inglés ("historieta, rock & humor"), più fresca e ruspante (il termine sembra appropriato) dell'argentina Fierro ma altrettanto aperta alla sperimentazione di qualità. Sulle sue pagine troviamo autori molto interessanti, di cui si sentirà ancora parlare negli anni seguenti, e in più la rivista dimostra attenzione sia alla tradizione fumettistica, sia alle altre realtà latinoamericane.
Tratto da: Franco Fossati, Nicola Rosso. "Historietas", Milano, 1997.
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