François CAVANNA (Sépia) 1923-2014

François Cavanna

Nasce a Nogent-sur-Marne (Valle della Marna, Francia) il 2 febbraio 1923. Figlio unico di padre italiano (Luigi, proveniente da Bettola, in provincia di Piacenza) e madre francese (Marguerite), cresce nella cittadina natale, nell'hinterland parigino, in un quartiere abitato in prevalenza da immigrati. Per evitare il sempre possibile rimpatrio, il padre ottiene la naturalizzazione francese nel 1939. Nello stesso anno, François si diploma alla Scuola primaria superiore, ma la guerra sta scoppiando.
Dopo la deportazione in Germania (1942) durante l'occupazione tedesca della Francia, formatosi politicamente tra gli oppositori e i prigionieri di guerra incontrati nei campi, rientrato in patria si iscrive al Partito Comunista Francese.
Tenta vari lavori da salariato ma disegna anche, soprattutto per il giornale per bambini Kim, dove realizza la serie di Micou e del suo cane Tomate.
Dal 1950 adotta lo pseudonimo di Sépia e diventa dessinateur de presse, disegnatore editoriale. Nel 1954 collabora con Zéro, una testata di Jean Novi, rimanendovi fino alla scomparsa dell'editore (verso il 1960): un'esperienza formativa sul piano editoriale, anche se non condivide le scelte proprietarie.
Nel 1960 è tra i fondatori della popolare rivista umoristico-satirica mensile Hara-Kiri, "journal bête et méchant" (giornale brutto e cattivo), settimanale dal 1969, quando nasce anche il mensile a fumetti Charlie, sulla matrice dell'italiano Linus.
Nel 1969, alla morte del presidente Charles De Gaulle, una copertina di Hara-Kiri hebdo sulla scomparsa ("Ballo tragico a Colombey - un morto") provoca l'intervento della censura che chiude la pubblicazione. Dalle sue ceneri nasce subito Charlie Hebdo, di uguale impostazione.
Nel 1978 pubblica il romanzo autobiografico "Les ritals", dove rital è il nomignolo con cui veniva chiamato l'emigrato italiano in Francia (dove la "r" iniziale prendeva in giro la consonante malpronunciata dagli immigrati).
Charlie Hebdo chiude alla fine del 1981, dopo aver perso lettori, messo in crisi dalla gestione finanziaria.
Nel 1986 l'autore è molto colpito dalla morte per overdose di una nipotina diciottenne, fatto che influisce sulla sua posizione sulle droghe, passando dalla tolleranza alla denuncia.
Collabora con Choron riprendendo nel 1986 una nuova versione di Zéro, ma dopo pochi numeri anche questa testata perde di qualità e chiude.
Nel 1992 partecipa alla nuova formulazione di Charlie Hebdo, ripresa da Philippe Val, Cabu e Georges Wolinski.
Già colpito dalla malattia di Parkinson, a novant'anni la frattura del femore e complicazioni polmonari lo costringono all'ospedalizzazione.
Muore, quando sta per compiere 91 anni, all'ospedale di Créteil (Valle della Marna, Francia) il 29 gennaio 2014, sepolto poi al cimitero di Chaumes-en-Brie (Seine-et-Marne, Francia) dove viveva da molto tempo.