Tomaso MONICELLI 1883-1946

Tomaso Monicelli

Nasce a Ostiglia (Mantova, Italia) il 10 febbraio 1883. Di famiglia modesta, lascia gli studi per il lavoro operaio, aderendo al sindacato e alle lotte socialiste. Dal 1903 collabora con l'Avanti! e proseguirà con articoli di critica letteraria e teatrale anche dopo la rottura dei rapporti tra il sindacato e il giornale.
Tra il 1907 e il 1911 è a sua volta autore di una trilogia drammatica di matrice socialista ("Il Viandante", "Esodo", "La terra promessa") e nel 1909-1910 fonda e dirige a Milano Il Viandante, settimanale politico per la riconciliazione tra sindacalisti e socialisti.
Si allontana dal sindacalismo, orientandosi a una concezione nazionalista contro Giolitti e partecipando nel 1910 alla fondazione dell'Associazione Nazionalista Italiana. Nello stesso anno nasce il suo primo figlio, Giorgio Monicelli (poi traduttore e operatore editoriale, creatore per Mondadori della rivista Urania e inventore del termine italiano "fantascienza"), da una relazione con l'attrice teatrale Elisa Severi.
Conosce nella nativa Ostiglia, nel 1911, Arnoldo Mondadori, che sta muovendo i suoi primi passi da editore rilevando una piccola tipografia. Insieme pubblicano nel 1912 il libro di racconti di Monicelli "Aia Madama" (dal nome della via principale della cittadina), che è anche il primo libro edito da Mondadori.
Nel 1912 Arnoldo Mondadori sposa Andreina Monicelli, sorella di Tomaso (che nel frattempo collabora con il quotidiano bolognese Il Resto del Carlino), e nel 1913 Tomaso sposa una ragazza ostigliese, Maria Carreri, con la quale ha già messo al mondo l'anno prima il suo secondo figlio, Franco Monicelli (poi giornalista e commediografo; nel 1944 tra gli autori del coraggioso Cantachiaro).
Nel 1913 Arnoldo e Tomaso danno vita, con "Il piccolo viandante" (testo di Tomaso Monicelli e illustrazioni di Antonio Rubino), alla nuova collana di letteratura per l'infanzia "La bibliotechina de La Lampada", origine della Arnoldo Mondadori Editore.
Dall'unione con Maria Carreri nasce nel 1915 Mario Monicelli (che sarà famoso come regista e padre della commedia all'italiana). Convinto interventista, Tomaso nel 1916 si arruola volontario tra i granatieri e combatte sul Carso.
Nel 1917 fonda e dirige la rivista di cinema In penombra per la Tespi Film.
Finita la guerra, nel 1919 è tra i fondatori della rivista Novella. Intanto nasce il figlio Massimo, detto Mino, che sarà giornalista e inviato speciale.
Appena un anno dopo è a Roma per dirigere L'Idea Nazionale (1920-1921), poi Il Tempo (1922) e il Giornale di Roma (1922-1923) con Giuseppe Bottai. Nasce intanto nel 1922 Furio, futuro scrittore e insegnante al Conservatorio di Milano.
Conclusa l'esperienza romana (il Giornale di Roma lascia il posto al Corriere Italiano), ritorna a Bologna e qui dove assunse la direzione del Resto del Carlino (agosto 1923), diventandone proprietario l'anno seguente.
Acceso nazionalista, Monicelli sostiene il movimento fascista fino al 1924, ma il delitto Matteotti gli fa cambiare opinione e indirizzo, al punto che viene forzato a lasciare la direzione del quotidiano nel febbraio 1925 e a cederne la proprietà. Nasce nel 1925 la figlia Giovanna. Nel 1926 è nominato consigliere d'amministrazione della SIAE (Società Italiana Autori Editori), ma solo per un anno.
Nel 1928, da una relazione extraconiugale, nasce un'ultima figlia, Silvana.
Ormai isolato dal regime, versa in serie difficoltà economiche. Grazie alla benevolenza di Giuseppe Bottai viene assunto dalla casa editrice Rizzoli, dove dal 1930 è direttore editoriale della divisione libri.
Nel 1937 Calogero Tumminelli, amico di Rizzoli, lo vuole direttore della sua nuova rivista Storia, che però chiude nel 1942.
Perso anche il lavoro presso la Rizzoli, si toglie la vita con un colpo di rivoltella a Roma (Italia) il 25 maggio 1946.