Luca Aurelio STALETTI 1925-2014

Luca Aurelio Staletti

Nasce a Milano (Italia) il 1° gennaio 1925. Figlio di un tipografo e di un'operaia, ambedue militanti del PCI (Partito comunista italiano), durante l'infanzia e l'adolescenza conosce la repressione fascista. Competati gli studi al liceo artistico, si unisce ai partigiani nel 1943 e la sua condotta eroica gli vale di essere nominato capitano a vent'anni.
Diventato giornalista, è anche tra i quadri importanti del PCI a Milano. Ma alcuni anni dopo viene radiato per aver osato denunciare lo stalinismo prima del tempo. Amareggiato e minacciato, sceglie allora un lungo esilio ininterrotto. A Parigi incontra il poeta André Breton e gli altri surrealisti. André Breton lo conforta nei suoi ideali libertari e lo esorta a intraprendere la carriera di agente letterario e artistico internazionale.
Così diventa l'agente di Emmanuelle Arsan (autrice del romanzo "Emmanuelle"), di Pauline Réage ("Histoire d'O") e di altri autori di letteratura erotica di rinomanza mondiale. Parallelemente, è anche agente dei maggiori artisti di Fumetto di qualità, come Guy Peellaert, Guido Crepax, Hugo Pratt, Georges Pichard.
Durante gli anni Sessanta stringe amicizia con il disegnatore Roland Topor e con François Cavanna, co-creatore del mensile satirico francese Hara-Kiri e del settimanale Hara-Kiri hebdo (che nel 1970 diventerà Charlie-Hebdo). Diventa quindi l'agente di tutta quella straordinaria squadra di autori: Wolinski, Reiser, Gébé, Cabu, Siné, Willem, collaborando attivemente con queste riviste, mentre lavorava con le maggiori case editrici italiane, europee e di altri continenti.
Nel 1970 organizza a Tarquinia (Viterbo, Italia) la Mostra grafica della satira politica internazionale, da un'idea del pittore cileno Sebastian Matta e con il sostegno del Comune della città etrusca. Per questa esposizione ottiene la collaborazione delle riviste Hara-Kiri (Parigi, Francia), Pardon (Francoforte, Germania), Evergreen (New York, Stati Uniti): vengono esposti disegni che Tim, Siné, Wolinski, Reiser, Gébé, Cabu, Fournier, Puzingler, Bovarini, Cagnacci avevano creato per la circostanza. (Una parte di questa esposizione sarà riproposta il 16 gennaio 2015 dal Comune di Tarquinia, in omaggio alle vittime dell'attentato terroristico perpetrato contro Charlie-Hebdo).
Nel 1972 decide di stabilirsi nuovamente in Italia, rientra nel paese era nato e dove si era tanto battuto per la libertà. Vi crea un nuovo giornale satirico politico, un mensile intitolato L'Arcibraccio, in omaggio alla rivista surrealista francese L'Archibras (1967): a metà strada tra il mensile Hara-Kiri e il suo settimanale Charlie-Hebdo, la nuova testata italiana contiene materiale - testi, foto e disegni - di tutte e due, arricchite dall'apporto di artisti italiani come Maurizio Bovarini e Chiappori. Vi si possono scoprire anche nuovi talenti come Iaco, Giò, Mariani, Buonarroti e la disegnatrice Claus. Per dar vita alla sua creazione, Staletti si trasforma in "uomo-orchestra". La pubblicazione de L'Arcibraccio dura due anni, dopo di che Staletti è costretto a interrompere, in parte per colpa degli edicolanti, che non aprivano neppure i pacchi della rivista, in parte per la mediocrità del sistema di distribuzione. Questo scacco tanto doloroso quanto involontario lo segna profondamente, ma la rivista resterà un titolo di riferimento.
Ritornato a Parigi riprende la sua attività di agente, percorrendo l'Europa a caccia di nuovi talenti. Lancia il suo amico François Cavanna, riconosciuto come grande scrittore con il suo racconto autobiografico "Les ritals" (Belfond, 1978), così come grandi autori del Fumetto, quali Milo Manara, Magnus, Massimo Rotundo, Paolo Bacilieri, Silvio Cadelo, il disegnatore e commediografo argentino Copi.
Nel frattempo scrive un romanzo autobiografico picaresco, "L'orzaiolo" (DeriveApprodi, 2001), ripubblicato poi con il titolo "C'era una volta il Partito Comunista" (Coniglio Editore, 2011).
Provato da una lunga e dolorosa malattia, si spegne nel luglio 2014.
  • Note biografiche gentilmente fornite dalla signora Anne Bernard-Hesnard.